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Aprire partita IVA come consulente: cosa sapere

Diventare un consulente d’immagine sta diventando l’aspirazione di sempre più appassionati dell’immagine. Tale professione, però, porta con sé molte responsabilità sia professionali sia deontologiche. L’apertura della partita IVA rientra tra tali oneri ed è, infatti, il primo adempimento fiscale al quale i professionisti devono sottoporsi. Vediamo quale ruolo svolge la partita IVA per un consulente d’immagine e quali sono gli step da seguire per aprirla.

La partita IVA per il consulente d’immagine

Prima di vedere quali sono i passaggi da seguire affinché si possa aprire la partita IVA, è importante comprenderne il significato. Tecnicamente con il termine IVA si fa riferimento all’imposta sul valore aggiunto, cioè una tassa di Stato che si applica al valore aggiunto di ogni fase di produzione e di scambio di un bene o servizio. La partita IVA, poi, si identifica in una sequenza di undici cifre, precedute dalla sigla IT, per indicare il paese (Italia) di riferimento. In tale successione numerica i primi sette numeri servono a ricondurre la partita IVA al contribuente titolare e gli ultimi tre variano a seconda del codice identificativo dell’Ufficio delle Entrate del territorio di riferimento. Ciascuna sequenza di numeri, dunque, è indispensabile per identificare in maniera univoca e inconfondibile la persona che esercita la professione.

partita iva per consulenti d'immagine

Per il consulente d’immagine, in quanto libero professionista, l’apertura della partita IVA è il primo ed essenziale step per poter iniziare un’attività di lavoro autonomo. Si tratta, dunque, un vero e proprio strumento identificativo per poter svolgere una libera professione. Affinché si possa ottenere la partita IVA il consulente può far riferimento al proprio commercialista e farsi guidare dallo stesso lungo questo percorso. Si tratta, infatti, di una scelta dipendente da molteplici fattori, come ad esempio il tipo di consulenza che il professionista va a svolgere.

Come aprire la partita IVA

Il processo di apertura della partita IVA viene svolto e indirizzato dal commercialista del professionista. Per prima cosa, per poter aprire partita IVA, deve esserci l’essenziale requisito di svolgere un’attività economica caratterizzata da abitualità e continuità e, quindi, un’attività lavorativa svolta in maniera regolare, stabile e sistematica. In realtà, però, il libero professionista può procedere anche autonomamente, senza la necessità obbligatoria di ricorrere ad un intermediario abilitato.

Il primo step per aprire partita IVA è di analizzare i costi da sostenere e scegliere l’opzione più conveniente sulla base del reddito e dell’attività svolta dal consulente. Si procede, quindi, con la presentazione della richiesta all’Agenzia delle Entrate e successivamente con la compilazione e consegna del modello AA9/12, poiché si tratta di persone fisiche. Si fa riferimento alla dichiarazione di inizio attività, la quale deve essere consegnata entro i trenta giorni dall’avvio della propria attività svolta come libero professionista.

partita iva per consulenti d'immagine

Dunque, il consulente d’immagine quando apre partita IVA si obbliga ad emettere regolarmente la fattura per la propria attività e a pagare i contributi stabiliti al fisco e alla previdenza sociale, per l’appunto sotto forma di IVA. I costi sostenuti dal professionista variano a seconda del regime fiscale scelto:

  • forfettario: da tale modalità derivano diverse agevolazioni. Si tratta di pagare solamente il 15% di imposte su una base imponibile calcolata secondo il regime forfettario. Tali partite IVA non sono accessibili a chiunque e non comportano l’obbligo di fattura elettronica;
  • ordinario: si tratta di una partita IVA che può essere aperta da qualunque lavoratore autonomo, rispondendo a obblighi di natura contabile, amministrativa e burocratica. In tal caso è richiesta l’iscrizione al Registro delle Imprese, la compilazione degli Indici Sintetici di Affidabilità e la liquidazione e il versamento IVA. Si parla, poi, dell’obbligo di iscrizione all’INAIL e alla gestione separata INPS.

Le principali differenze tra i due regimi, dunque, fanno riferimento al reddito percepito, alla percentuale di imposta dovuta, al regime contabile semplificato e alle iscrizione a cui sottostare nel secondo caso.

L’apertura della partita IVA è un importante step per il consulente d’immagine, avvia la carriera del professionista e gli consente di svolgere la sua attività nel rispetto del regime fiscale previsto.

Ilaria Marocco

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