La sostenibilità è uno dei trend più importanti degli ultimi anni e tantissime professioni, tra cui anche quella del consulente d’immagine, non può che prenderne atto e attivarsi per dare il proprio contributo alla riduzione delle emissioni dannose in atmosfera. In questo articolo, quindi, puoi approfondire:
- cosa sapere sulla moda sostenibile
- sostenibilità della moda significa lotta al fast fashion?
- il consulente d’immagine green
- le piattaforme second hand
Cosa sapere sulla moda sostenibile
Il tema della moda sostenibile è talmente vasto che difficilmente può essere esaurito in poche righe: quello che è importante ricordare però sono alcuni punti salienti che possiamo raccontarvi così.
La necessità da parte dei brand di muoversi verso una direzione maggiormente sostenibile non è cominciata con la protesta di Greta Thunberg, ma è anni che alcune delle grandi maison depositano il bilancio di sostenibilità, ossia un documento nel quale devono rendere conto delle proprie iniziative per abbattere le emissioni dannose. È d’altra parte che è solo da qualche anno che si impegnano nel creare un bilancio previsionale delle azioni da mettere a terra nell’anno a seguire.
Sicuramente dall’autunno che ha preceduto la prima stagione pandemica l’attenzione verso questo tema è cresciuto in maniera esponenziale, sostenuta dai cambiamenti che si sono attuati in corrispondenza dei grandi lockdown: gli utenti, sempre più rigidi e confronti nelle maison considerano la questione ambientale come prioritaria nel processo di acquisto.
In secondo luogo, la sostenibilità della filiera è un elemento particolarmente cruciale per le aziende del mondo della moda che si trovano a dover certificare i singoli passaggi che portano dalla materia prima al prodotto finale (sia esso sullo scaffale nella boutique, sia online). Si tratta di un tema molto rilevante e che sta impegnando in maniera significativa numerosi brand nel mondo del fashion e soprattutto del fashion luxury.
Infine, è importante tenere presente che parlare di moda sostenibile non significa argomentare solamente in termini ambientali, ma è opportuno porre l’attenzione anche alle conseguenze sociali di certe scelte. Si parla quindi soprattutto di sostenibilità sociale: ad esempio, alcuni brand hanno deciso di spostare le proprie sedi produttive laddove le condizioni di lavoro dei collaboratori erano più decorose.
Sostenibilità della moda significa lotta al fast fashion?
Spesso si crede che parlare di moda sostenibile implichi una lotta sfrenata al fast fashion, ma non è del tutto vero. Sicuramente, soprattutto in una prima fase, le grandi maison del lusso si sono distinte dalle catene di negozi per una maggiore attenzione nei confronti di questo tema, ma ben presto gli store di fast fashion hanno trovato le proprie strategie. Lo sapevi, ad esempio, che Primark ha inserito un simbolo all’interno delle etichette per indicare la sua sostenibilità della filiera?
Il consulente d’immagine green
Il tema della moda sostenibile è molto importante per il consulente d’immagine, soprattutto quando veste i panni del personal shopper, e ha il piacere di accompagnare il proprio cliente durante l’acquisto dei capi di abbigliamento.
In questa ottica, essere un consulente d’immagine non significa solo – dopo aver eseguito tutte le analisi e le considerazioni del caso – suggerire la tipologia di pantalone, gonna, abito o accessorio che, meglio di altri, si adatta alla figura, ma anche assicurarsi che i brand scelti rispondano alle ideologie della persona seguita.
Ad esempio, se durante la fase di conoscenza con il cliente, il consulente d’immagine percepisce che la tematica ambientale è molto rilevante per lui/lei, allora potrà indirizzare la propria attenzione verso quei brand che sa essere attenti all’argomento. Analogamente, citare o proporre una maison che non si dimostra minimamente attenta alla sostenibilità (ormai sono rimaste molto poche), potrebbe portare ad una perdita di credibilità da parte del cliente stesso.
Le piattaforme di “second hand”
Quando ci si trova di fronte ad un cliente molto attento agli aspetti green è necessario gestire con grande attenzione la fase di decluttering: l’eliminazione dall’armadio di alcuni capi d’abbigliamento potrebbe infatti essere male interpretato dalla persona proprio per la preoccupazione di “sprecare” i vestiti e di non sapere come dargli una seconda vita.
Inoltre, un bravo consulente d’immagine è capace, durante l’appuntamento sull’organizzazione dell’armadio, di creare outfit funzionali con i capi già presenti, massimizzando il materiale già presente nel guardaroba.
L’economia circolare, fortunatamente, viene in soccorso di tutti gli image consultant che trovano nelle piattaforme di “second hand” un prezioso alleato. Il consulente d’immagine, infatti, può accompagnare il cliente alla scoperta delle numerose piattaforme web che sono nate per vendere i propri abiti, dando loro così una seconda occasione di essere indossati. Scegliendo questa soluzione il proprio interlocutore non solo sarà rassicurato sulla tematica ambientale, ma potrà anche giovarsi di un piccolo guadagno generato dalla vendita dei capi che non utilizza più.
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